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17

Apr

2015

Itinerario Naturalistico Valle Grande - Lama di Revellino - Foce del Tagliamento

Per Itinerario Naturalistico Valle Grande - Lama di Revellino - Foce del Tagliamento

ITINERARIO NATURALISTICO VALLE GRANDE - LAMA DI REVELLINO - FOCE DEL TAGLIAMENTO INTRODUZIONE

L'itinerario si presenta come uno dei più interessanti percorsi individuati, oltrechè per l'elevato valore delle singole mete naturalistiche visitate, anche per la varietà costituzionale dei diversi ambienti con cui si viene portati in contatto.

Il percorso, infatti, attraversa rispettivamente un ambiente vallivo, un ambiente fluviale e un ambiente marino, conducendo il visitatore ad ammirare, di volta in volta, le diverse seriazioni vegetazionali assieme alla caratteristica fauna, tipiche per ciascun habitat visitato.

DESCRIZIONE DELL’ITINERARIO

Questo percorso si presenta a configurazione anulare, consentendo quindi una accessibilità all'itinerario da più punti. Per comodità di illustrazione, il percorso viene descritto a partire dal centro di Bibione e precisamente da piazza Newton.

Il primo tratto dell'itinerario attraversa il centro balneare di Bibione, presentandosi quindi come un tratto dalla tipica connotazione urbana.

Dalla piazza si procede in direzione della rotonda di accesso a Bibione lungo Corso del Sole; dopo appena 200 metri si svolta a sinistra per via Alfa, e si percorre la via fino ad incontrare la via Maja; quindi, attraversata la carreggiata, si imbocca il viale Cormor.

Si percorre il viale fino alla fine, quindi si svolta a destra per la via Brenta. Si segue la strada per circa 350 metri, fino ad incontrare la via Baseleghe che viene presa svoltando a sinistra.

Si procede lungo il tratto asfaltato ancora per 800 metri, quindi, si incontra l'ingresso di Valle Grande sulla destra della carreggiata. L'accesso alla valle sarà concordato con la proprietà interessata, nei giorni prestabiliti alla visita.

L'itinerario ora diventa particolarmente interessante, in quanto si è finalmente giunti ad una importante meta naturalistica. L'itinerario, infatti, prosegue all'interno della valle, consentendo di apprezzare anche la sua importante valenza paesaggistica.

Il percorso, infatti, si svolge lungo strade sterrate ed argini, affiancando peschiere e barene, consentendo poi di godere di ampie visuali panoramiche sugli specchi acquei.

In particolare, il tracciato si svolge principalmente lungo l'argine nord della valle, per concludersi in prossimità del fiume Tagliamento. Il tracciato lungo l'argine della valle è particolarmente lungo, circa 2.5 chilometri, ma estremamente suggestivo, in quanto porta il visitatore ad immergersi sempre più nell'ambiente naturale.

Percorrendo l'argine, si giunge in prossimità del cancello che delimita la proprietà privata della valle, attraverso il quale è possibile passare direttamente sull'argine del Tagliamento.

Da un ambiente prettamente vallivo, il percorso ora passa attraverso un ambiente di tipo fluviale, seguendo l'andamento meandriforme del corso d'acqua fino alla sua foce.

E' possibile percorre l'argine del Tagliamento, o indifferentemente la strada sterrata ad esso contiguo, per un tratto di circa cinque chilometri, fino ad incontrare il faro di Bibione.

L'ultimo tratto della via che conduce al faro - via Faro appunto - risulta di particolare interesse naturalistico e paesaggistico. Il percorso, mano a mano che si procede, si addentra sempre più tra le dune attraverso la fitta pineta, peraltro ricca anche di numerose altre specie arboree. Il sentiero lungo il Tagliamento, attraverso l'ambiente fluviale, termina così con l'arrivo alla bella spiaggia, oggi purtroppo in stato di erosione; qui l'itinerario cambia ancora una volta le sue caratteristiche, passando dalla connotazione fluviale ad una connotazione marittima.

Il tracciato, infatti, continua ancora per due chilometri parallelo alla linea di costa, attraversando le dune vegetate e l'importante pineta. Lungo questo tratto si incontra una nuova importante meta naturalistica: la Lama di Revelino, una sorta di piccola laguna, nata dalle barre di foce formate dal Tagliamento.

Il sottofondo del percorso a tratti si presenta sabbioso, pertanto non particolarmente indicato all'uso delle bici, che verranno invece, in questi casi, condotte a mano.

Seguendo il sentiero già tracciato, si viene, infine, indirizzati verso l'uscita di questa tanto estesa, quanto importante area di interesse naturalistico; si torna quindi, ancora una volta, nelle strade del centro balneare, ricongiungendosi così al punto di partenza.

LE PECULIARITA' AMBIENTALI

Inserita in un contesto ambientale e bioclimatico unico, crocevia tra elementi naturalistici mediterranei, orientali e montani, la foce del Tagliamento rappresenta uno scrigno di natura superstite. La diversità dei microambienti presenti determina un elevatissimo grado di biodiversità e quindi una eccezionale importanza come riserva genetica.

Le prime osservazioni all'ambiente naturale sono dedicate alla foce e alle prime dune con le tipiche associazioni pioniere, qui caratterizzate, rispetto ai litorali veneziani, da una rarefazione delle specie erbacee mediterranee e dalla presenza di entità collinari o montane. Di particolare significato ambientale sono le dune fluviali di foce che rappresentano un ambiente originario tipico scomparso da tempo, del quale la duna del Tagliamento rappresenta l'unica testimonianza in tutto l'alto Adriatico.

Una citazione merita l'ampia e lunga bassura, all'incirca parallela al mare e separata da questo da una striscia di arenile e di dune embrionali, detta "Lama di Revelino", che riceve acqua marina sia durante le mareggiate invernali sia attraverso aperture della spiaggia che determinano un collegamento diretto col mare. La condizione di elevata salinità è all'origine di un ambiente alofilo, che si configura quasi come una "barena" incuneata tra le dune embrionali e quelle più interne (tra la tipica vegetazione di tali ambienti si segnala la specie Salicornia veneta, endemismo altoadriatico).

L'ambiente di gran lunga più interessante è comunque quello del "retroduna", caratterizzato da una notevole diversificazione delle morfologie del terreno: i popolamenti di bassura si intersecano con la brughiera e con gli elementi mediterranei ed orientali del sovrastante ambiente più asciutto. Le bassure più rappresentate sono quelle presenti nei sistemi di duna interna. Sono questi gli ambienti in cui si concentrano alcune piante montane, come il giglio giallo Hemerocallis lilio- asphodelus, la Gentiana pneumonanthe e la piccola Parnassia palustris, quest'ultima particolarmente abbondante. E' questa una eccezionale stazione per il gladiolo selvatico (Gladiolus palustris) e per numerose orchidee la cui varietà di specie non trova uguali negli altri ambienti litoranei.

Nelle aree più asciutte, caratterizzate da suoli poveri e acidificati, troviamo l'ambiente di brughiera, molto diffusa in ambito alpino e prealpino, sui margini delle scarpate soleggiate ; la pianta caratterizzante è l'erica (Erica carnea), ma qui si trova anche il piccolo salice Salix rosmarinifolia, anch'esso di origine montana. I fiumi alpini, è ben noto, con le loro acque fredde e dolci trasportano fino al mare molti elementi delle vicine montagne; e le loro sponde rappresentano dei corridoi microclimatici che attraversano la pianura. La vicinanza con le Alpi Giulie e col Carso, connesse attraverso il corso del fiume, spiegano anche la eccezionale presenza del Pino nero (Pinus nigra austriaca), che non dev'essere confuso con le specie alloctone di impianto artificiale (Pino domestico, Pino marittimo e Pino d'Aleppo).

Nei sistemi di dune più interni le superfici lasciate libere dall'impianto artificiale di pini evolvono verso il tipico bosco litoraneo termofilo. Sulle dune di Vallegrande e Vallesina, subentra come specie dominante il Leccio (Quercus ilex), quercia sempreverde il cui areale si interrompe verso ovest per riprendere presso Chioggia nel Bosco Nordio. La lecceta ricopre una superficie di dune antiche che raggiungono, con i circa undici metri del "Motteron dei Frati", la massima altezza nell'intero litorale padano. Le dune boscate di Vallegrande e Vallesina sovrastano due piccole lagune costiere, ricchissime di avifauna acquatica migratoria e svernante.

LA FAUNA

La foce del fiume e il mare antistante alla foce offrono i primi motivi di osservazione della ricchissima avifauna che frequenta l'area della foce del Tagliamento. Infatti vale la pena citare la presenza, soprattutto invernale, di rare specie acquatiche nordiche tra cui la Strolaga mezzana (Gavia arctica), lo Svasso cornuto (Podiceps auritus), l'Edredone (Somateria mollissima), e il Quattrocchi (Bucephala clangula).

L'area di duna e retroduna è ricchissima di avifauna legata sia alla zone umide che alla macchia mediterranea. Tra i rettili è ancora presente la vipera Vipera aspis, che trova qui una delle ultime stazioni costiere del Veneto. Nelle radure e nella duna boscata, vive inoltre un'interessante popolazione di Testuggine terrestre (Testudo hermanni).

Tra gli anseriformi osservabili nell'area valliva, oltre alle specie usuali, sono segnalati il Cigno selvatico (C. cygnus) e quello minore (C. columbianus), rari svernanti. L'area è poi particolarmente importante per la quantità di Moriglioni (Aythya ferina (L.)), anatre tuffatrici le cui popolazioni svernano in contingenti rilevanti e per la presenza, sempre invernale, di oche provenienti dalle tundre nordiche, che frequentano anche i vicini ambienti agrari.

Meritano una particolare citazione, come esempio delle potenzialità faunistiche dell'area, i rapaci diurni, per i quali sono state segnalate almeno quindici specie tra le quali l'Aquila anatraia maggiore (Aquila clanga), segnalata come svernante nell'area valliva.

 


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